I Sistemi di Divinazione nella Santería

Tablero ed Ikines in Santeria

NOTA INFORMATIVA:

Ricordiamo che i trattamenti sciamanici, trattamenti, spirituali e insegnamenti coì come l’utilizzo di riti apotropaici, purificazioni spirituali, strumenti e candele rituali non sostituiscono i comuni, consueti e normali trattamenti e cure mediche praticati da medici qualificati. La pratica sciamanica, esoterica, spirituale non è volta ad effettuare diagnosi mediche, non sostituisce in alcun modo cure mediche appropriate o terapie professionali per problemi mentali, la pratica sciamanica, gli insegnamenti spirituali, non sono pareri medici e non devono essere considerati come tali.
La facilitazione di pratiche magico-sciamaniche, esoteriche, spirituali e relativi trattamenti e riti sono destinati al benessere dell’individuo e non creano un rapporto medico-paziente. La pratica magica o sciamanica e spirituale non si rivolge alla risoluzione di problemi mentali, di natura fisica o psichiatrica.


I Sistemi di Divinazione nella Santería: Connessione con il Divino attraverso gli Oracoli

Nella Santería, come in altre religioni afro-diasporiche, il bisogno di conoscere il proprio destino e ottenere guida dagli Orisha si manifesta attraverso vari strumenti di divinazione. Questi metodi non sono semplici tecniche, ma veri e propri canali di comunicazione spirituale che si basano su rituali, linguaggi simbolici e una profonda relazione tra essere umano e divinità.

In questo articolo esploreremo i principali sistemi di divinazione usati nella Santería, con un’attenzione particolare alla loro origine, funzione e praticanti.

 

Obi: il cocco come strumento divinatorio

Il metodo più semplice e accessibile è la divinazione con obi (cocco). Si usano quattro pezzi di polpa di cocco, lanciati a terra per ottenere una risposta di tipo sì/no. A seconda di come i pezzi cadono (parte bianca o parte marrone verso l’alto), si ottiene una delle cinque possibili configurazioni: Alafia, Itawa, Eyeife, Okana o Oyekun, ciascuna con un significato specifico.

Il coco viene usato sia dai Santeri sia dai Babalawo, per risposte veloci o per determinare, ad esempio, se un’offerta è accettata da un Orisha. Nonostante la semplicità, l’uso dell’obi è accompagnato da preghiere, invocazioni e spesso riferimenti rituali agli antenati e ai primi maestri di questo oracolo, come Biangué e Adiatoto.

 

Divinazione con i Caracoles (Diloggun)

Uno dei metodi più comuni e popolari nella Santería è l’uso del diloggun, ovvero un set di 16 conchiglie (caracoles). Questo sistema è impiegato dai santeri o santere (olorisha iniziati) che hanno ricevuto la consacrazione dell’Orisha al quale sono devoti.

Il diloggun viene lanciato su un tappetino rituale (estera) dopo una serie di invocazioni e preghiere. La posizione in cui le conchiglie cadono determina uno dei 256 segni (odu), che sono la base dell’intero sistema divinatorio. Ogni odu è associato a racconti mitologici (patakí), avvertimenti e prescrizioni rituali.

Questo metodo è tradizionalmente riservato ai sacerdoti e alle sacerdotesse della Regla de Ocha (Santeros) e non può essere usato dai Babalawo.

 

Ifá: il sistema divinatorio dei Babalawo

Il sistema più complesso e sacro è quello di Ifá, usato esclusivamente dai Babalawo, i sacerdoti iniziati alla divinazione di Orunmila. A differenza del diloggun, che impiega conchiglie, Ifá utilizza strumenti specifici come:

  • l’ikin (noci sacre di palma),
  • l’opele (una catena divinatoria con otto metà di guscio),
  • e un tablero ricoperto di polvere sacra (iyeró).

Anche qui, il messaggio degli Orisha viene trasmesso attraverso la manifestazione di uno dei 256 odu. Tuttavia, Ifá si distingue per il suo carattere profondamente intellettuale e simbolico: ogni segno è collegato a miti, comportamenti etici, precetti di salute, rituali e prescrizioni spirituali.

È considerato il sistema divinatorio più preciso e autorevole, in quanto Orunmila è l’Orisha della saggezza e testimone della creazione.

 

Metodi complementari e pratiche oracolari secondarie

Oltre ai metodi principali, esistono pratiche secondarie che arricchiscono la vita spirituale dei devoti:

  • L’uso di interpretazione dei sogni (onirodivinazione), spesso considerata un dono naturale e riconosciuto all’interno delle case spirituali.
  • La lettura dei segni naturali (uova rotte, candele spente, fuoco), che non costituisce divinazione strutturata ma viene integrata nelle pratiche devozionali.
  • La consultazione con spiritisti o médium (espiritismo cruzado), molto comune soprattutto a Cuba.

 

Chi può divinare?

In linea generale:

  • Solo i Babalawo possono praticare Ifá.
  • I Santeri/e consacrati possono usare il diloggun.
  • Chi ha ricevuto la Mano di Orula può consultare con obi ma non può divinare per altri.
  • Alcuni espiritisti si considerano capaci di canalizzare messaggi dagli spiriti senza strumenti.

 

Conclusione

La divinazione nella Santería non è un semplice strumento per “predire il futuro”, ma un modo per conoscere se stessi, rispettare il destino ricevuto, e rimanere in armonia con gli Orisha e gli antenati. Ogni metodo – che sia il diloggun, Ifá, o l’obi – è un’espressione della complessità e della profondità spirituale della religione yoruba nella diaspora.

Saper scegliere e comprendere il giusto strumento di divinazione significa anche rispettare le gerarchie, le tradizioni e la sacralità che ogni oracolo incarna.

 

Miniglossario

  • Diloggun: Sistema di divinazione con 16 conchiglie (caracoles), usato dagli Olorisha.
  • Ifá: Sistema divinatorio complesso dei Babalawo, basato sugli odu.
  • Obi: Cocco usato per la divinazione binaria (sì/no).
  • Odu: Segni del destino; ciascuno contiene miti e insegnamenti morali.
  • Opele: Catena divinatoria usata nei riti di Ifá.
  • Babalawo: Sacerdote di Orunmila, interprete di Ifá.

 

Fonti

  • Wande Abimbola – Ifá: An African System of Divination
  • Miguel A. De La Torre – Santería: The Beliefs and Rituals of a Growing Religion in America
  • Baba Ifa Karade – The Handbook of Yoruba Religious Concepts
  • Joseph M. Murphy – Working the Spirit
  • http://www.archivocubano.org
  • Fonti orali: Babalawo cubani, nigeriani e brasiliani
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