NOTA INFORMATIVA:
Ricordiamo che i trattamenti sciamanici, trattamenti, spirituali e insegnamenti coì come l’utilizzo di riti apotropaici, purificazioni spirituali, strumenti e candele rituali non sostituiscono i comuni, consueti e normali trattamenti e cure mediche praticati da medici qualificati. La pratica sciamanica, esoterica, spirituale non è volta ad effettuare diagnosi mediche, non sostituisce in alcun modo cure mediche appropriate o terapie professionali per problemi mentali, la pratica sciamanica, gli insegnamenti spirituali, non sono pareri medici e non devono essere considerati come tali.
La facilitazione di pratiche magico-sciamaniche, esoteriche, spirituali e relativi trattamenti e riti sono destinati al benessere dell’individuo e non creano un rapporto medico-paziente. La pratica magica o sciamanica e spirituale non si rivolge alla risoluzione di problemi mentali, di natura fisica o psichiatrica.
Chi sono gli Orisha nella Santeria: Forze Divine tra Cielo e Terra
All’interno della Santeria, anche conosciuta come Regla de Ocha o Regla Lucumí, uno degli elementi centrali e più affascinanti è rappresentato dal culto degli Orisha. Queste entità divine incarnano le forze della natura, gli archetipi spirituali e i principi fondamentali della vita umana. La loro presenza è costante nella vita dei praticanti: vengono invocati, onorati, consultati e celebrati attraverso un sistema di rituali, offerte e pratiche religiose profondamente codificate.
Ma chi sono davvero gli Orisha? Come si manifestano? Qual è il loro ruolo nella cosmologia della Santeria?
Origine e significato degli Orisha
Il termine Orisha (o Orixá, nella variante brasiliana) proviene dalla lingua yoruba e può essere tradotto come “capo selezionato” o “spirito superiore”. Nella religione tradizionale dell’Africa occidentale, gli Orisha sono intermediari tra Olodumare (o Olorun), il Dio supremo, e l’umanità. Non sono dei nel senso occidentale del termine, bensì emanazioni divine, ognuna delle quali governa aspetti specifici della natura, dell’esistenza e della psicologia umana.
Nel contesto della diaspora africana, e in particolare a Cuba dove è nata la Santeria, il culto degli Orisha si è fuso con il cattolicesimo per necessità storiche, dando origine a un sincretismo che ha permesso di mantenere vivi i culti africani sotto l’apparenza della religione cristiana. Per esempio, Changó è spesso sincretizzato con Santa Barbara, Yemayá con la Madonna della Regola, e così via.
Il ruolo degli Orisha nella vita del credente
Gli Orisha nella Santeria non sono figure lontane e distaccate, ma entità attive, viventi e coinvolte nella vita quotidiana dei devoti. Ogni praticante ha un Orisha che “lo possiede” o “lo protegge”, chiamato Orisha tutelare o padre/madre di testa, assegnato attraverso la divinazione durante l’iniziazione. Stabilire un legame con il proprio Orisha è un passo fondamentale nel cammino spirituale, che può determinare il carattere, il destino e le inclinazioni della persona.
Gli Orisha sono invocati in momenti di bisogno, nei rituali di protezione, guarigione, abbondanza, amore, giustizia e in ogni aspetto importante della vita. Sono celebrati in cerimonie pubbliche e private, con canti (oriki), danze rituali e offerte specifiche. Ogni Orisha ha i suoi colori, cibi preferiti, strumenti musicali, simboli, animali e tabù, e ogni atto liturgico segue una precisa codificazione.
Principali Orisha del pantheon Lucumí
Il pantheon della Santeria è ampio e articolato. Tra gli Orisha più venerati troviamo:
Elegguá: Guardiano dei crocevia e delle soglie, controlla il destino e l’accesso agli altri Orisha. Nessun rituale può iniziare senza di lui. Sincretizzato con il Santo Bambino di Atocha.
Changó: Orisha del tuono, del fuoco, del fulmine e della virilità. Guerriero, re e amante, rappresenta la giustizia, la forza e la passione. Sincretizzato con Santa Barbara.
Yemayá: Madre degli Orisha, regina del mare. È la protettrice della maternità e della famiglia. Sincretizzata con la Madonna della Regola.
Oshún: Dea dei fiumi e dell’amore, rappresenta la femminilità, la dolcezza e l’abbondanza. È anche un’Orisha della saggezza e della divinazione. Sincretizzata con la Madonna della Carità del Cobre.
Obatalá: Padre della saggezza e della pace, creatore degli esseri umani. È l’Orisha della giustizia, della purezza e della luce. Sincretizzato con Gesù Cristo o con la Madonna della Misericordia.
Oyá: Signora dei venti, delle tempeste e del cimitero. È un’Orisha guerriera, potente e misteriosa. Sincretizzata con Santa Teresa d’Ávila.
Ogún: Dio del ferro, della guerra, della tecnologia e del lavoro manuale. È il protettore dei lavoratori e dei guerrieri. Sincretizzato con San Giovanni Battista.
Babalu-Ayé: Orisha delle malattie e delle guarigioni. Molto venerato per la sua capacità di curare e proteggere. Sincretizzato con San Lazzaro.
Orunmila: L’Orisha della saggezza e della divinazione. È colui che conosce il destino e che guida i Babalawo nel sistema di Ifà. Non è sincretizzato con nessun santo, per la sua natura unica.
Il culto e la pratica
Ogni Orisha ha un culto specifico, che può includere altari, oggetti sacri (collane, strumenti rituali, immagini), canzoni e danze rituali, nonché offerte di cibo e sacrifici animali in contesti appropriati. L’iniziazione a un Orisha è un processo complesso che avviene attraverso una cerimonia chiamata “kariocha”, in cui l’Orisha discende e prende possesso della testa dell’iniziato.
I sacerdoti e le sacerdotesse che si consacrano completamente a un Orisha sono chiamati Santeros o Iyalorisha (donne) e Babalorisha (uomini). Coloro che praticano la divinazione di Ifá sono chiamati Babalawo, e hanno un ruolo particolare nell’interpretazione del destino e nel mantenimento dell’equilibrio spirituale della comunità.
Sblocco e Separazione
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