L’Arcangelo San Raffaele è il santo patrono dei guaritori. Porta salute, guarigione e longevità.
Quali richieste possiamo fare all’Arcangelo Raffaele?
- Benessere fisico, mentale, emotivo e spirituale
- Aiutarci a sostenere il corpo e la mente
- Forza e pazienza per quelle situazioni difficili e dolorose
- Superare i problemi di vita
- Nei viaggi ci offre il suo aiuto affinché tutto vada bene
Modalità d’uso: nell’apposito brucia incenso per resine accendere il carboncino per incensi e porlo sopra la rete metallica, usando come aiuto le pinze per non scottarsi. Mettere sopra il carboncino due/tre pezzi di incenso grazie ad un cucchiaino. Quando i pezzi di incenso non fanno più profumo, sostituirli togliendo i consumati e mettendone altri due/tre nuovi usando un cucchiaino.
Avvertenze: il carboncino sviluppa una temperatura molto elevata quindi NON va assolutamente poggiato su supporti che si possano danneggiare.
VANNO EVITATI: posaceneri di vetro, plastica o metallo se sottili (oltre a diventare incandescenti bruceranno quello su cui sono appoggiati). Si possono usare tutti quei supporti che non temono il calore come: posaceneri in pietra, incensieri, brucia essenze in pietra o metallo. Non lasciare l’incenso incandescente senza supervisione. Tenere lontano da bambini e animali domestici!
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Raffaele è, nella tradizione biblica, uno degli angeli che sono alla presenza di Yahweh e ne cantano incessantemente le lodi.
Raffaele è il terzo angelo di cui parla la Bibbia, nel libro di Tobia nel quale appare in forma umana col nome di Azaria (tobia 5:11-17[1], Tobia 6:5-9[2]). Da notare che questo libro è riconosciuto come canonico per i cattolici e gli ortodossi, ma apocrifo per gli ebrei e i protestanti.
Raffaele è la guida ed il difensore del giovane Tobia o Tobiolo, inviato da Dio per aiutarlo nel compito affidatogli dal padre ormai cieco di riscuotere un credito che questi aveva lasciato in una città della Media. Nel viaggio Raffaele procura a Tobia un felice matrimonio con la giovane Sara, la guarigione della stessa dai tormenti del demonio e del padre di Tobia dalla cecità.
Solo al termine della sua missione, prima di lasciarli per tornare al cielo, egli si rivela, dichiarandosi «uno dei sette spiriti che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore», e incaricando di scrivere l’accaduto.
A differenza di Jibrāʾīl (Gabriele) e Mīkaʾīl (Michele), il suo nome non compare nel Corano ed è tutt’altro che certo che Israfil (che forse recepisce l’ebraico Serāfīm) sia l’adattamento arabo-islamico di Raffaele. Tuttavia nella letteratura religiosa il suo nome compare come angelo della divina guarigione.
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