San Michele Difensore: altrimenti noto come Arcangelo Michele e Principe della Misericordia si crede che sia il protettore di Isreal che sconfigge Satana in una guerra per il paradiso. Il potente angelo sembra essere orgoglioso prima della battaglia, sfoderando la sua spada, indossando una tunica spessa sotto la placca d’acciaio decorata. Con le ali aperte e il mantello pronunciato dalla brezza, l’arcangelo guerriero si erge valorosamente, anticipando il suo primo colpo. Fusa nella resina più fine prima di essere rifinita in bronzo, questa statuetta porterebbe un tocco di sovranità celeste a qualsiasi stanza. San Michele Arcangelo, difendici in battaglia. Sii la nostra difesa contro la malvagità e le insidie del Diavolo. Possa Dio rimproverarlo, preghiamo umilmente, e tu, o Principe delle schiere celesti, per il potere di Dio, getti nell’inferno Satana e tutti gli spiriti maligni, che si aggirano per il mondo cercando la rovina delle anime. Amen.
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Michele (in ebraico: מִיכָאֵל? [mixaˈʔel]; in latino «Quis ut Deus?», “Chi è come Dio?”, che traduce Mîkhā’ēl; in greco antico: Μιχαήλ, letto Mikhaḗl; in latino Michaël; in arabo ميخائيل|, letto Mīkhā’īl) è un arcangelo nell’Ebraismo, nel Cristianesimo (tranne in quello avventista), e nell’Islam. Nel deposito della tradizione delle chiese Cattolica Romana e Ortodossa, nella fede Anglicana e Luterana, egli è chiamato “San Michele l’Arcangelo” (l’Arcangelo per antonomasia), o più brevemente “San Michele”. Nella tradizione delle Chiese ortodosse orientali e ortodossa, egli è chiamato “Tassiarca Arcangelo Michele”, o più brevemente “Arcangelo Michele”.
L’attribuzione direttamente nel nome del titolo di santo, che pure ha origine nell’Antico Testamento, non è universalmente accettata da tutte le confessioni religiose. Invece, il nome proprio Michele (in ebraico מיכאל, di tipo teoforico) è tra quelli a cui la Bibbia attribuisce espressamente il titolo di arcangelo, così come anche nei passi biblici che si riferiscono agli altri due ultimi arcangeli riconosciuti dalle citate confessioni: Gabriele e Raffaele.
Le menzioni più antiche del nome risalgono ad opere della letteratura giudaica del II e III secolo a.C., spesso ma non sempre di genere apocalittico, dove egli è il capo degli angeli e degli arcangeli e il responsabile della cura di Israele. Il Cristianesimo ha conservato gran parte dei caratteri attribuiti a san Michele nella letteratura giudaica.
Michele è menzionato sempre con la stessa parola ebraica equivalente di arcangelo (tradotto anche come “principe”) in: Gd 9; Ap 12, 7; Zc 13, 1-2; difensore degli amici di Dio in: Dn 10, 13.21; protettore del suo popolo in: Dn 12, 1. Nell’ultimo libro del Nuovo Testamento, l’Apocalisse di Giovanni, dopo la prima guerra in paradiso (menzionata in Ap 12:9, simmetrico a Genesi 3:20-24), l’arcangelo è protagonista nella seconda guerra terrena della donna (Maria, madre di Gesù Cristo) contro il drago.
San Michele Arcangelo guida di nuovo alla vittoria la milizia celeste degli angeli di Dio contro Lucifero, che fu serafino e perciò fratello degli Arcangeli, e i suoi angeli (un terzo del totale), ribelli e apostati. Secondo la profezia, alla fine dei giorni, san Michele Arcangelo è destinato a squillare la tromba annunziatrice del gran giudizio finale, quando, dopo aver ricapitolato ogni cosa in Cristo, il Regno dei cieli verrà riconsegnato da Gesù Cristo a Dio Padre per l’eternità.
L’Islam accetta come rivelazione la totalità di Antico e Nuovo Testamento. Il nome di Mīkāʾīl (ميخائيل), o Mīkīl (ﻣﻴﻜﻴﻞ), è citato nel testo sacro principale, il Corano, quale angelo di pari rango con Jibrīl (Gabriele), inviati da Allah a istruire il profeta Maometto, dettandogli il Corano.
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