Novena 100% vegetale. Fumigazione di nove giorni e preghiera sul retro di ogni copia
Origine: Francia
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Rita da Cascia, al secolo Margherita Lotti (Roccaporena, 1381 – Cascia, 22 maggio 1457), è stata una religiosa italiana del monastero eremitano di Santa Maria Maddalena. Beatificata da papa Urbano VIII nel 1626, è stata proclamata santa da papa Leone XIII nel 1900.
Il luogo di nascita è concorde per Roccaporena, una frazione montagnosa a circa cinque chilometri da Cascia (provincia di Perugia). Le date di nascita e morte sono incerte; dipendono tra l’altro dall’anno in cui se ne indica la morte, ovvero il 1447 per alcuni o il 1457 per altri, dopo quarant’anni di vita monacale. Papa Leone XIII, in occasione della canonizzazione di Santa Rita, sostenne le date 1381 e 1457. Le nozze si tennero nella chiesetta di San Montano a Roccaporena. Secondo le agiografie tradizionali, il carattere mite di Rita acquietò, col tempo, lo spirito impulsivo e violento del marito.
Dopo alcuni anni di matrimonio, Paolo Mancini venne ucciso, Rita non serbò odio, anzi perdonò gli assassini e pregò anche per i suoi due figli che, come era costume del tempo, probabilmente stavano pensando alla vendetta. I due figli, da lì a breve, morirono di malattia, quasi contemporaneamente. Si dice che la Santa pregò Dio per la morte dei suoi figli così che non avessero a sporcarsi le mani del sangue degli assassini del padre.
Abbandonata anche dai parenti del marito, Rita decise di prendere i voti ed entrare nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena, a Cascia, Rita riuscì ad entrare in monastero intorno al 1407. Secondo la tradizione devozionale, la sera del Venerdì Santo 18 aprile 1432 (o 30 marzo 1442 secondo un’altra tradizione), ritiratasi in preghiera per la Passione di Gesù, dopo la predica di fra’ Giacomo della Marca, avrebbe ricevuto una spina dalla corona del Crocifisso, che le si sarebbe conficcata in fronte. La stigmata sulla fronte e la precaria salute la obbligavano a non spostarsi da Cascia. Tuttavia, si narra che nel 1446 volle partire per Roma, per assistere alla canonizzazione del predicatore agostiniano Nicola da Tolentino. La badessa era contraria per via della ferita purulenta sulla fronte, ma essa scomparve il giorno prima del pellegrinaggio, così che Rita poté partire. Al ritorno da Roma, però, la stigmata ricomparve. Rita rimase malata a letto per molto tempo. Sempre secondo la tradizione devozionale seicentesca, che lega strettamente Rita alle api, come apparvero api bianche sulla sua culla, così apparvero api nere sul suo letto di morte. Inoltre, nonostante la fredda stagione, nell’inverno prima di morire Rita mandò sua cugina a prendere una rosa e due fichi nel suo orto a Roccaporena. La cugina, incredula, pensava che delirasse, ma effettivamente trovò tra la neve la rosa rossa e i fichi richiesti, segni interpretati come la salvezza e il candore dell’anima di suo marito e dei suoi figli.
Sulla base di questi racconti, le api, le rose e la spina sono diventati gli attributi iconografici più frequenti della Santa.
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